Il momento storico ed il contesto in cui si posiziona la monografia “Cooperative bene comune” ci pone di fronte a sfide nuove, in cui il concetto di innovazione sociale assume un ruolo fondamentale: mitigare l’impatto di modelli economici, organizzativi e sociali (trasformazione dei sistemi produttivi, precarietà, digitalizzazione, etc.) che non sono in grado di rispondere a tutta una serie di richieste e bisogni nuovi – quali l’attuale emergenza sanitaria, la crisi economica, l’invecchiamento della popolazione, le migrazioni, etc., specialmente nei confronti delle fasce più fragili della popolazione – e indicare possibili alternative.
In particolar modo, l’odierna sfida di chi fa impresa sociale consiste nel mettere a fuoco i bisogni dei singoli in modo collettivo, affrontandoli con una visione diffusa e condivisa, e cercandone il soddisfacimento in un’ottica di gestione del c.d. bene comune in cui l’impresa possa assumere il ruolo di attore principale.
Secondo i curatori di tale volume, questa sfida oggi, come già in passato, viene affrontata in modo soddisfacente dalle cooperative, quali associazioni autonome di persone unite volontariamente con l’obiettivo di rispondere ai bisogni economici, sociali e culturali dei singoli individui con il fine di creare benessere collettivo.
Il volume mira, dunque, a fornire gli elementi che dimostrano che l’impresa cooperativa può essere il modello imprenditoriale e lo strumento valoriale più idoneo per la costruzione e la gestione condivisa del bene comune.
Sin dalle prime pagine del testo tali elementi emergono con forza: il modello imprenditoriale cooperativo, ispirato da valori di inclusione, senso della comunità e dello stare insieme, in contrapposizione a modelli di impresa più individualisti, si presenta come il candidato migliore per vincere la sfida odierna. Nel testo, la narrazione, divisa in capitoli e in perfetto equilibrio tra teoria e pratica, si sviluppa attraverso un excursus storico e letterario dei due principali oggetti del libro: il modello cooperativo e il bene comune.
I primi capitoli offrono un quadro di contesto del fenomeno cooperativo, evidenziando l’importanza del valore intergenerazionale delle cooperative come strumento che può fornire importanti opportunità alle giovani generazioni, per poi addentrarsi in una analisi qualitativa e quantitativa del modello cooperativo italiano, descrivendone dimensione e diffusione.
A partire dal quinto capitolo il volume si concentra sulla narrazione di quelle best practice che meglio rappresentano la realizzazione della predetta tesi, proponendo una lettura comparativa del fenomeno delle cooperative di comunità tra modello italiano e anglosassone, con un focus sull’applicazione di tali esempi a livello urbanistico e territoriale. Il sesto capitolo affronta il tema del mercato del lavoro nell’ottica di mostrare in che modo questo possa essere considerato bene comune e proponendo azioni volte a contrastare la precarietà.
Il settimo capitolo è dedicato allo studio del fenomeno delle piattaforme cooperative e del loro particolare ruolo di intermediazione, specialmente nei confronti dei lavoratori autonomi (freelance), mentre nell’ottavo troviamo la descrizione delle caratteristiche delle startup cooperative, quali espressione di un “nuovo” modo di fare cooperazione. È soprattutto in tale descrizione che viene evidenziata l’importanza di declinare il modello imprenditoriale in termini valoriali ed operativi: l’autrice afferma, infatti, che un modello di startup cooperativa è possibile solo e soltanto se si volge lo sguardo oltre il prodotto e il mercato, per riuscire a vedere chiaramente l’innovazione a partire dal modello organizzativo che si vuole adottare basandosi sulla intergenerazionalità dell’impresa e sulla valorizzazione delle competenze professionali dei soci lavoratori che la costituiscono.
Il nono ed ultimo capitolo propone una serie di casi studio di imprese cooperative che hanno implementato nel loro modello organizzativo e di business elementi strategici e valoriali in grado di fornire strumenti utili alla gestione del bene comune.
Il volume non può mancare nella biblioteca di chi aspiri a creare una startup cooperativa, così come deve trovare posto sulle scrivanie degli attuali cooperatori. Ai primi sarà utile per contestualizzare e apprezzare ulteriormente il valore innovativo deli loro progetti imprenditoriali, allineandoli ai valori originali del movimento cooperativo. Ricorderà, poi, ai secondi, che storicamente e tradizionalmente le cooperative, grazie alla loro innata capacità di evolversi in risposta alle sfide offerte da una società in continuo mutamento, sono sempre state innovative e inclini al cambiamento, cercando sempre di rispondere in modo originale a vecchi e nuovi bisogni.
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Riccardo Maiolini
Assistant Professor di Entrepreneurship e Innovation Management presso la John Cabot University di Roma; Executive Director del programma per Startup AdVenture presso LUISS Business School e Investor Manager presso LA4G.
Esperto di Innovazione sociale e modelli di business per startup, ha svolto attività di ricerca presso il CeRIIS – Centro di Ricerca Internazionale per L’Innovazione Sociale della LUISS Guido Carli. PhD In Management e visiting scholar presso la Copenaghen Business School. Consulente per diverse organizzazioni di valutazione di startup e processi di Trasferimento Tecnologico.