L’Europa si conferma alla ricerca di una ripresa rapida e equa che la faccia approdare a una dimensione più inclusiva attraverso una scommessa su digitalizzazione e transizione green ma anche sull’enorme potenziale dell’economia sociale. Un potenziale economico e occupazionale che può aumentare l’impatto sociale su tutto il continente, se si considera che ad oggi può contare su quasi 3 milioni di soggetti operanti e oltre 13 milioni di persone impiegate.
La Commissione Europea ha infatti presentato lo scorso 9 dicembre un vero e proprio Piano d’Azione dal quale emerge chiaramente la volontà e quelle che sono le direttrici dei prossimi interventi per sostenere le organizzazioni che mettono al primo posto gli scopi sociali e ambientali e re-investono la maggior parte dei profitti su se stesse. Una iniziativa che parte dal lontano 2011 e che in questi anni ha coinvolto cittadini, operatori e portatori di interesse.
La creazione di un contesto adeguato in ordine al quadro fiscale, agli appalti e alle norme che regolano gli aiuti di Stato è il primo passo e si traduce nell’invio di una raccomandazione della Commissione al Consiglio nel 2023 sugli sviluppi del perimetro all’interno del quale si deve muovere l’economia sociale. Anche gli stati membri saranno aggiornati e orientati in materia di misure di sostegno e aiuti.
La Commissione intende aumentare per il 2021-27 il proprio sostegno oltre i 2,5 milioni di euro stimati destinati al settore nel periodo 2014-2020 per permettere alle organizzazioni di beneficiare del sostegno allo sviluppo delle imprese per l’avvio, la crescita e l’aggiornamento delle competenze dei lavoratori. A tal proposito, nel 2022, saranno promossi strumenti finanziari nuovi e più accessibili, sarà istituito un centro europeo per l’innovazione sociale e nel 2023 sarà avviato un portale dedicato che diventerà il collettore di tutte le informazioni.
L’intervento si concentrerà anche su attività di promozione e comunicazione per rafforzare ruolo e funzione dell’economia sociale. Sarà analizzato il contesto con un’indagine che raccoglie dati qualitativi e quantitativi, partiranno corsi di formazione e scambi transfrontalieri.
Una transizione epocale sulla quale si può ancora dire la propria attraverso la Survey (https://ec.europa.eu/