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Le comunità sono la risposta

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Happy Village, l’isola felice per i pensionati del nord: cooperazione e superbonus per riconvertire l’economia e superare la crisi nel Sulcis.

A sfatare il mito secondo cui le esperienze d’innovazione si attiverebbero esclusivamente a seguito di innovazioni tecnologiche, dalla Sardegna arriva un’avvincente storia di cooperazione mista a resilienza che si è dimostrata capace di incarnare una visione, fornire risposte puntuali ai bisogni della comunità e uscire dalla crisi, capitalizzando gli impegni finanziari pubblici per il rilancio del Paese resi disponibili dal Governo.

La cornice è quella di una comunità sarda, legata a doppio filo al carbone, che si interroga sul proprio futuro mentre è chiamata a fare i conti con il presente sempre più caratterizzato da ritardi tipici comuni alle aree delle isole e del Mezzogiorno e da un fenomeno che pare condannare le zone più fragili e periferiche dello stivale: lo spopolamento.

A Fluminimaggiore, piccola realtà nella Costa Verde, al confine del Sulcis, pare non si vogliano far trovare impreparati rispetto alla conclusione di un ciclo storico ed economico che li ha visti protagonisti per due secoli con le attività estrattive in miniera: qui il lavoro, fino alla chiusura dell’ultima miniera nel 2018, era quello tra tunnel e gallerie, se non si aveva voglia di partire altrove.

Il progetto “Happy Village”, nasce dagli interrogativi sulla crisi di identità di un territorio, cammina attraverso l’impegno e la visione dell’amministrazione comunale e soprattutto incontra il sostegno della Lega delle Cooperative.
Il risultato è un programma ambizioso da quasi 10 milioni di euro che può cambiare le sorti di quel lembo di terra e che ora, grazie all’intercessione di Legacoop, può contare anche sul coinvolgimento del consorzio nazionale ConsCoop, del gruppo Unipol e di alcuni grandi provider di energia nazionali per organizzare il meccanismo della cessione dei crediti delle detrazioni, agevolando i singoli proprietari ma anche garantendo, in primis, l’impiego di imprese edili e manodopera locale in regola con la documentazione.

A dare corpo all’idea, quasi trecento abitanti che hanno scelto di costituire una cooperativa di residenti per scommettere, grazie al superbonus del Decreto Rilancio, sul recupero di gran parte del patrimonio immobiliare abbandonato nel centro storico trasformandolo in un’isola felice per quanti dal Nord pensano di trascorrere serenamente la pensione lontano dal tran tran delle grandi città, in una realtà circondata da montagne ma a soli dieci minuti di strada dal mare e a un’ora dall’aeroporto, calata nella dimensione della più proverbiale ospitalità sarda.

“Il superbonus del governo – precisa il presidente di Legacoop Sardegna, Claudio Atzori – cade proprio nel momento giusto in questo percorso che abbiamo avviato mesi fa e si innesta alla perfezione in questa idea nata per mettere insieme persone, ottimizzare i costi e riadattare immobili esistenti alle nuove esigenze che emergono. Sono già 60 i nuclei familiari provenienti dal nord con redditi alti che hanno mostrato interesse”.

Quanto accade a Fluminimaggiore fortunatamente non è un esperimento isolato nella Sardegna che cerca la sua buona occasione di riscatto.
Sabato 21 novembre 2020, infatti, è nata ufficialmente dinanzi al notaio la cooperativa di comunità di Ollolai, paesino di circa 1.000 abitanti e cuore della Barbagia, già celebre per le case offerte a 1 euro agli stranieri, che conta già oltre 100 soci e vuole continuare a misurarsi con la rigenerazione del sistema dell’accoglienza turistica, attivare politiche di ripopolamento e mettere a sistema il patrimonio immobiliare.

Le due cooperative presto avvieranno inoltre un progetto di assistenza sociale alla popolazione più anziana che prevede la gestione degli immobili occupati dagli anziani, al quale verrà affiancato un percorso di cura della persona con tecnologie di vigilanza h24 e strumenti di connessione per permettere alle persone con difficoltà motorie di entrare comodamente in contatto con parenti e amici o di partecipare da remoto alla vita sociale del paese.

“Stiamo vincendo la sfida – conclude Claudio Atzori – mettendo diversi progetti dentro un progetto unico, comune. La possibilità di rimettere in moto l’economia e creare posti di lavoro ora è concreta”.

L'autore

Alberto Cazzato
Esperto di comunicazione istituzionale e politica. Ha avuto una lunga esperienza presso il Senato della Repubblica, in staff alla Presidenza della Giunta delle Immunità Parlamentari, fa parte dell’organismo di ricerca “Democrazie Digitali” di Roma. Attualmente per PazLab cura progetti di marketing e comunicazione sociale e pubblica.