Skip to content
Homepage > Conversazioni > La tecnologia a chi serve davvero

La tecnologia a chi serve davvero

Condividi

Ho letto di recente una frase, mutuata da una citazione di Adams sulla fotografia, che sento molto appropriata alla realtà della quale mi occupo: “la tecnologia è come una barzelletta: se devi spiegarla vuol dire che non funziona”.

Quale sia la tecnologia che non necessita di essere spiegata nell’ambito dei servizi di cura per la terza età è una delle sfide più importanti che ci troviamo ad affrontare da qui ai prossimi anni.

Ma facciamo un passo indietro, per avere chiaro perché sia necessario introdurre l’uso della tecnologia in un ambito che è sempre stato considerato ad alta intensità di utilizzo di risorse umane.

Le tendenze demografiche italiane (ed europee) ci prospettano scenari preoccupanti da qui ai prossimi 30 anni. L’indice di vecchiaia è in costante aumento (la buona notizia è che si vive più a lungo, la cattiva è che la qualità della vita degli anni che si aggiungono invece va nella direzione opposta), il tasso di fecondità diminuisce, e questo comporta il progredire dell’indice di dipendenza. Ad oggi, ogni 100 abitanti in età lavorativa, ce ne sono 35 oltre i 65 anni (uno degli indici peggiori d’Europa) e questo numero cresce inesorabilmente.

Per fronteggiare la situazione i decisori politici hanno davanti due strade: riformare la gestione delle politiche migratorie, in modo da favorire l’ingresso e la stabilizzazione di persone in età lavorativa, e compiere scelte di politiche sociali che siano in grado di mutare i comportamenti degli individui e delle famiglie, consentendo da un lato la crescita demografica, dall’altro un invecchiamento il più possibile sano.

La cooperativa sociale Pane e Rose, come provider di servizi socio-sanitari per conto di enti pubblici e privati, condivide l’idea sempre più diffusa che le tecnologie possano essere funzionali a quest’ultimo proposito, ovvero a migliorare la qualità della vita della popolazione anziana, oltre che, in prospettiva, integrare il lavoro di cura dei caregivers formali ed informali.

Da circa tre anni- grazie anche al contributo della Regione Toscana, che attraverso un bando di innovazione ricerca e sviluppo ha cofinanziato il progetto CloudIA, e al partenariato con Università di Firenze, Scuola Superiore S.Anna e un gruppo di cooperative toscane (Uscita di Sicurezza, Crea, Arca, Gli Altri)- Pane e Rose sperimenta nei servizi di assistenza domiciliare l’uso di robot di telepresenza e della sensoristica ambientale.

La scelta di avventurarsi in un progetto simile si è dimostrata particolarmente profetica, alla luce del quadro di emergenza sanitaria che stiamo vivendo, e che ha evidenziato la necessità di monitorare a distanza le condizioni di salute della popolazione anziana, oltre che quella di individuare canali di comunicazione semplici da usare e che diminuiscano il rischio di isolamento sociale.

A Pane e Rose abbiamo imparato che l’innovazione si fa con le transizioni, non con le rivoluzioni, e le transizioni richiedono piccoli passi e grande ascolto.

In quest’ottica, il primo step per introdurre la tecnologia è renderla familiare a chi deve utilizzarla, abbattendo sfiducia e diffidenza. È indispensabile che le persone sappiano utilizzare gli strumenti che introduciamo e li accettino come componenti positive del percorso di cura, siano essi operatori che utenti finali. Non dobbiamo dimenticare che il digital divide è ancora molto forte in Italia, dove solo il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base (contro il 58% nell’Unione Europea).

Negli anziani che hanno provato la “compagnia” del robot di telepresenza abbiamo visto diminuire lo scetticismo a favore di una crescente confidenza e sicurezza, allo stesso tempo gli operatori dei servizi domiciliari hanno potuto sperimentare la fattibilità dell’acquisizione di competenze nell’uso di dispositivi robotici, toccando con mano il vantaggio di “incontrare” virtualmente gli anziani di cui si prendono cura, aumentando così le possibilità di monitoraggio delle condizioni di benessere.

La sensoristica ambientale invece, meno visibile ma più complessa, grazie all’uso dell’intelligenza artificiale consente di compiere un ulteriore passo in avanti, permettendo di osservare le abitudini di vita degli utenti e di individuare elementi predittivi di potenziali rischi. Grazie alle informazioni acquisite è possibile impostare livelli di alert personalizzati, e di conseguenza intervenire in modo proattivo prima che si verifichino gli eventi avversi.

L’esperienza del progetto CloudIA si integra con altri progetti e percorsi finalizzati all’introduzione nei servizi delle tecnologie assistive, che è stato possibile avviare grazie ad un ulteriore innovazione di sistema, ovvero l’adesione ad Umana Persone, un Contratto di Rete Impresa Sociale che si occupa di Ricerca e Sviluppo per conto delle sue socie, dieci cooperative sociali del territorio toscano.

Con uno sguardo al futuro prossimo, a Pane e Rose lavoriamo perché le sperimentazioni si integrino, favorendo la crescita delle competenze interne e allo stesso tempo la costruzione di nuovi modelli di servizio sostenibili ed efficienti. L’obiettivo che teniamo fermo è l’innalzamento della qualità della vita delle persone di cui ci prendiamo cura e del lavoro dei nostri operatori, mantenendo sempre centrali gli aspetti etici, di sicurezza e protezione dei dati.

L'autore

Lara Toccafondi
È responsabile dell’area Inclusione Sociale e consigliera d’amministrazione della Cooperativa Sociale Pane e Rose, situata a Prato. Di formazione umanistica, lavora da oltre vent’anni nella cooperazione sociale e da qualche anno si occupa di innovazione tecnologica nell’ambito dei lavori di cura, con particolare attenzione all’area della terza età, acquisendo competenze anche grazie a percorsi di alta formazione presso la Scuola Superiore S.Anna. Per Umana Persone, Impresa Sociale di Ricerca e Sviluppo, segue il progetto Pharaon – Pilots fo Healthy and Active Aging (https://www.pharaon.eu ), finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione Europea.