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Il consiglio di amministrazione che vorrei…

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Capita di dover formare e motivare i consiglieri di amministrazione coadiuvando la loro azione amministrativa, soprattutto ad inizio mandato o in fase di avvio di impresa cooperativa.

Ogni volta, assisto ad un piccolo miracolo: tecnici, creativi, educatori, informatici, cuochi e chi più ne ha più ne metta, danno vita ad un consiglio di amministrazione che dovrà compiere scelte, individuare strategie e raggiungere obiettivi. Miracolo proprio perché gestire un’impresa, soprattutto se è di tipo democratico ed autogestito ma senza un MBA in tasca, è davvero … un’impresa.

Ogni cooperativa, infatti, è un unicum, essendo differente per dimensioni, struttura operativa, dinamiche decisionali, accordi riguardo alle modalità deliberative.

Per questo motivo, occorre un aiuto utile per tarare le funzioni dell’organo amministrativo, valutando lo schema di composizione, spesso spontanea, comprendendone le dinamiche, l’efficacia e la tempestività delle decisioni.

Coloro che fanno parte di un Consiglio di Amministrazione, nonché coloro che vi si candidano, possono imprimere una forte impronta su come si lavora, sulle attività svolte, nonché sulle modalità di funzionamento. In sostanza, a pensarci bene, gli amministratori di qualità possono veramente creare un valore aggiunto nel posizionamento della cooperativa sul proprio mercato di riferimento.

Normalmente, gli amministratori emergono da una sorta di selezione naturale, facendo avanzare i più determinati e quelli con visione aziendale più chiara ma, spesso, sono coadiuvati da soggetti meno visibili/visionari, ma altrettanto efficaci nell’apporto di idee. Di solito, la squadra così composta funziona perché segue la logica che non si possono schierare solo attaccanti per fare una partita, magari sotto la pioggia.

Altra regola aurea da tenere presente nelle basi sociali per la composizione del consiglio di amministrazione che vorrei, è quella dell’avvicendamento parziale nella composizione dell’organo amministrativo, garantendo un giusto equilibrio tra continuità di azione e rinnovamento nella partecipazione. Aver presente questo schema è di forte stimolo per creare interesse da parte dei soci e rappresenta un antidoto contro l’agnosticismo di certe basi sociali.

L’obiettivo, dunque, è dotarsi di un organo amministrativo che funziona e che decide, ricercando una composizione rappresentativa di singole aree, di aree geografiche e di categorie sociali interne. In questo assetto, dovranno emergere le esperienze e le competenze dei singoli, ma anche quelle caratteristiche di mediazione nel gruppo e di gestione della dialettica in modo collaborativo.

Fatta la squadra, occorre prefigurarsi degli obiettivi di mandato societario, ossia cosa si intende perseguire nell’arco del programma triennale di azione amministrativa. Il programma di mandato dell’organo amministrativo dovrà essere chiaro, definito e condiviso nel momento dell’insediamento dell’organo. Fare ciò, comporta la partecipazione a sedute apposite, nelle quali sviluppare il confronto di idee verso un comune obiettivo.

Dopodiché, individuati compiti interni e differenziazione di ruoli assegnati, si imposta l’azione di mandato con scelte coerenti ed efficaci, confrontabili con gli obiettivi tempo per tempo e con deliberazioni tempestive rispetto alle tempistiche date.

Tutto facile, tutto alla portata… basta aver scelto una base sociale coesa, motivata e che tira dalla stessa parte, con grande entusiasmo.

Allora partiamo da qui.

Buon lavoro.

L'autore

Marco Palma
Marco Palma è di Rimini ma vive a Bologna e si occupa di legislazione del lavoro, nonché di diritto societario cooperativo in Legacoop Bologna a partire dal 1991. Ha esperienza nell’attività di start-up cooperative accompagnando i nuovi cooperatori nei loro percorsi di esperienza, partendo dalla valutazione della business idea, passando attraverso la costituzione della cooperativa, con successiva supervisione nella gestione mutualistica dell’impresa.