Tobilì propone la cucina etnica come strumento di mediazione interculturale svolgendo differenti attività quali: gestione di un laboratorio di cucina, offerta di servizi di catering etnico, organizzazione di corsi di cucina per la preparazione di piatti tipici armeni, curdi/turchi, maliani ed somali, lo svolgimento di iniziative di promozione del dialogo interculturale attraverso la tradizione culinaria di diversi paesi.
Perché questa idea?
L’idea di costituire la cooperativa è nata a seguito di un percorso di formazione nel settore dell’auto imprenditorialità destinato a giovani italiani e migranti e tenutosi a Napoli a partire da gennaio 2015 e fino a giugno del 2015. Durante la formazione gli attuali soci di Tobilì hanno condiviso il sogno di poter far conoscere alla cittadinanza i propri Paesi attraverso la cucina tradizionale con la prospettiva, un giorno, di poter gestire un locale in maniera autonoma. Accomunati dalla passione per la cucina e motivati dalla voglia di integrarsi nel tessuto sociale contribuendo in maniera attiva a produrre sviluppo e innovazione i giovani soci si sono avviati verso una formazione specialistica nel settore della gestione di una start up di catering ottenendo fino ad ora buoni risultati in termini di promozione e di avvio dell’attività.
Chi siete (profilo dei soci, la squadra)?
La cooperativa Tobilì è formata da 5 soci: Bouyagui Konatè, Levent Kanat, Susanna Poghosyan, Roberto Vitaloni e Daniela Fiore. I primi tre giovani richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale sono attualmente beneficiari o ex beneficiari dei servizi gestiti da LESS nell’ambito del progetto IARA – SPRAR Comune di Napoli, il quarto socio è invece un professionista italiano con una consumata esperienza nella gestione di attività legate alla ristorazione. La sesta socia è un’esperta di progettazione sociale e per interventi di sviluppo locale. Diversi elementi accomunano i soci tra loro in modo trasversale, tra questi la giovane età e la provenienza da uno stesso vissuto di integrazione socio-professionale, un elemento che ha cementato la partecipazione al progetto cooperativo e la valorizzazione di un obiettivo condiviso. Altro comune denominatore è l’orientamento delle competenze professionali dei singoli soci, esperienze pregresse, formative, lavorative, tutte rivolte verso la realizzazione del servizio ideato. Ma Tobilì è soprattutto una cooperativa di “differenze” intesa cioè come contenitore di specificità che trovano nel metodo cooperativo un modo per armonizzarsi. Differenze da un punto di vista culturale, come i diversi bagagli di conoscenze tradizionali nell’ambito culinario radicati nella storia familiare di ogni socio, ma anche formative e professionali che vanno dalla gestione amministrativa a quella commerciale, dalle competenze tecniche in cucina a quelle organizzative e di progettazione
Qual è il vostro obiettivo a medio lungo termine?
Gli obiettivi di Tobilì sul medio e lungo termine sono: – il rafforzamento della coesione sociale attraverso l’incontro tra culture diverse; – il superamento dei pregiudizi e di tutte le forme di discriminazione al fine di impattare positivamente nel costante processo di costruzione del dialogo interculturale; – la formazione professionale; – la costruzione di un gruppo di lavoro che condivida principi e metodologie; – la costituzione, l’avviamento e il consolidamento della prima cooperativa di catering etnico in zona che abbia una ricaduta ad ampio raggio – nel quartiere, per le famiglie, nella città di Napoli – e che sia un modello positivo di emancipazione sociale e professionale, replicabile anche in altri contesti.
Perché una cooperativa?
La motivazione che ha spinto la formazione di Tobilì in ogni sua fase risiede proprio nella capacità della struttura cooperativa di coordinare in modo efficace, produttivo e socialmente sensibile le varie affinità e differenze che animano il progetto. L’auto-impresa cooperativa, proprio per l’orizzontalità del suo funzionamento, diventa quindi un modo per sostenere l’autonomia economica e l’integrazione socio-professionale dei suoi soci, non più attori dell’iniziativa altrui ma registi del proprio progetto. L’obiettivo di Tobilì è quella di smentire attraverso la qualità del suo lavoro quel sinonimo, sempre troppo attuale nella nostra società, tra diseguaglianze e differenze, proponendo invece queste ultime come fonte di varietà, ricchezza culturale, economica e sociale.
